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Una panoramica storica dei principali metodi di salvaguardia delle risorse idriche
25 novembre 2024, Maurizio Angeloni
I cambiamenti climatici a cui abbiamo assistito durante gli ultimi decenni hanno provocato drammatiche crisi idriche dalle conseguenze disastrose soprattutto nei Paesi del sud del mondo e che stanno interessando sempre più anche i Paesi più sviluppati. Mentre, però, i Paesi con economie più floride riescono, seppure a fatica e con imponenti aumenti di spesa pubblica, a fronteggiare queste crisi per preservare in qualche modo l’ambiente, l’agricoltura, l’industria, la produzione di energia e quant’altro collegato strettamente all’acqua, nelle regioni povere del mondo arginare le conseguenze della carenza idrica è impresa titanica. In tali aree, infatti, la mancanza di acqua mette a rischio non solo le già fragili economie, ma la vita stessa di intere popolazioni, dando luogo a drammatiche crisi umanitarie, minacciando la pace e la stabilità di nazioni e intere aree geografiche, aprendo la strada a migrazioni di massa con gravi problemi sociali ed economici per i paesi di destinazione. (...)
La fragilità dei rapporti di condivisione idrica tra India e Pakistan
22 giugno 2024, Isabella De Baptistis

Le rivalità a carattere idro-strategico che coinvolgono l’India e il Pakistan non sono facilmente comprensibili senza che si ripercorra uno dei momenti più salienti della loro storia comune e se non si prende anche in considerazione il contesto internazionale attuale e le aspirazioni/priorità di entrambe le Nazioni. Nel 1947 si sancì la suddivisione della colonia dell’India britannica in due stati separati e indipendenti, India e Pakistan. Fino a quel momento, durante la dominazione britannica, le comunità indù, sikh e musulmana avevano convissuto nel subcontinente indiano per centinaia di anni, con tensioni contenute. La creazione del doppio Stato, su basi religiose e confessionali, concedeva ai musulmani indiani (il 30% della popolazione) una propria nazione indipendente, in modo tale da scongiurare l’eventuale oppressione da parte della maggioranza indù. La nascita delle due entità statali fu caratterizzata da enormi tensioni e terribili violenze, che provocarono la migrazione di massa di 12-15 milioni di persone (...).

L’umidità dell’aria come fonte strategica per la produzione di acqua

5 settembre 2023, Roberto Natali

Che l’acqua costituisca una preziosissima risorsa universale è una realtà incontrovertibile. Ciò che non riveste ancora un carattere di universalità è invece la percezione di tale valore, che varia in funzione inversa alla scarsità del cosiddetto “oro blu”. Su questo concetto essenziale il Centro di Studi Idrostrategici AB AQUA insiste, con lo scopo di diffondere maggiormente la consapevolezza che in un crescente numero di aree del mondo l’indisponibilità di acqua in quantità e qualità sufficiente per la vita e lo sviluppo dei popoli che vi risiedono sta assumendo una dimensione obiettivamente drammatica. Il tema è certamente all’attenzione della Comunità Internazionale che, attraverso incontri, analisi, conferenze e accordi lavora all’individuazione di soluzioni possibili, nel contesto di un più generale impegno a favore della conservazione dell’ambiente. È tuttavia importante che di fronte ai grandi fenomeni di degradazione ambientale che caratterizzano l’attualità, dallo scioglimento dei ghiacciai all’avanzare incessante delle aree desertiche, dalla difficoltà di (...)

Idro-strategia: un nuovo approccio alla risoluzione delle crisi idriche

6 marzo 2023, Filippo Verre

Una crisi idrica rappresenta forse l’evento più traumatico che una comunità di individui stanziati su un determinato territorio possa affrontare. Questo perché l’acqua – o meglio la mancanza di acqua – ha un impatto devastante non solo sulla sfera personale, ma soprattutto su quasi tutti i settori produttivi afferenti alla collettività che, suo malgrado, si trova alle prese con difficoltà di approvvigionamento idrico. Infatti, oltre ad essere indispensabile per le nostre attività quotidiane – ovvero cucinare, bere e lavarsi – il cosiddetto “oro blu” è presente a vari livelli in moltissimi processi produttivi che spesso non vengono associati all’impiego di risorse idriche. A tal proposito, si pensi ad esempio alla produzione di energia nucleare. Esistono dei reattori denominati ad “acqua leggera” (Light Water Reactors) che sono moderati e refrigerati tramite l’ausilio di acqua appunto. Ideati inizialmente per essere impiegati nella propulsione navale a causa delle loro ridotte dimensioni e dell’assenza di problemi del movimento del fluido nel recipiente in pressione durante la navigazione, questi reattori impiegano moltissime molecole di H2O in fase di refrigerazione (...). 

La crisi idrica di Chennai (2019). Un’emergenza nazionale indiana

7 settembre 2022, Filippo Verre

Nel 2019 la metropoli indiana di Chennai – denominata Madras fino al 1996 quando adottò l’attuale nome – fu teatro di una gravissima crisi idrica che portò le autorità locali a dichiarare, il 19 giungo, il temutissimo “Day Zero”. Per la prima volta nella storia recente dell’umanità, un vasto agglomerato urbano composto da svariati milioni di persone aveva terminato le proprie risorse idriche. Dai rubinetti non usciva più acqua, le attività produttive e industriali – di cui Chennai è oltremodo ricca – non avevano a disposizione fresh water, la più elementare delle risorse, troppo spesso data per scontata. Fortunatamente, a seguito di intense piogge verificatesi tra luglio e settembre dello stesso anno, la città indiana evitò ulteriori disagi legati alla siccità. Le precipitazioni risolsero una pericolosissima situazione che stava lentamente scivolando verso una crisi socioeconomica di proporzioni massicce non solo per l’area urbana di Chennai ma per tutta l’India. La metropoli, infatti, oltre a rappresentare la sesta entità demografica del subcontinente indiano, è un hub strategico sotto il profilo industriale, tecnologico e (...)

La “guerra dell’acqua” tra Russia e Ucraina: il caso del North Crimean Canal

8 agosto 2022, Filippo Verre

Nel corso degli ultimi mesi, numerosi dossier, report e approfondimenti di vario genere sono stati realizzati – sia in Italia che in tutto il mondo – con il precipuo obiettivo di comprendere i motivi che hanno spinto Mosca ad invadere l’Ucraina. Sono stati presi in considerazione fattori strategici di varia natura, motivazioni ideologiche, politiche ed economiche, oltre a richiamare nel dettaglio il peculiare rapporto tra Ucraina e Russia, da secoli molto stretto. Sorprendentemente, poco o nulla è stato scritto su una questione decisamente primaria che ha di gran lunga contribuito ad incancrenire un rapporto – quello tra Kiev e Mosca – già molto precario a partire dal 2014: il fattore idrico. Ebbene sì, l’acqua, o meglio il controllo dell’acqua, ha giocato un ruolo determinante nelle relazioni tra i due contendenti. Infatti, soprattutto per quanto riguarda il fronte meridionale, la Russia ha attaccato il territorio sottoposto al controllo ucraino proprio per garantire alla Crimea, penisola de facto ad appannaggio di Mosca dal febbraio 2014 (...)

GERD: “La grande diga della rinascita etiope”

10 giugno 2022, Roberto Natali

Fin dalle scuole elementari, studiando l’antico Egitto delle dinastie faraoniche, abbiamo appreso dell’importanza vitale delle piene del fiume Nilo, dello strato di fertilissimo limo lasciato al ritiro delle acque, del conseguente e forte aumento della produzione agricola realizzata nelle vaste aree di terreno adiacenti alle sue sponde. I prodotti agricoli e i pascoli per il bestiame sono stati per millenni fonte di ricchezza per quelle popolazioni, grazie al periodico regalo del più importante fiume africano. E ancora oggi, la maggior parte della popolazione del Paese (circa il 90%) vive concentrata lungo le aree fertili del sacro fiume (incluso il grande delta) e anche i distretti industriali del Paese hanno potuto svilupparsi grazie alla preziosa risorsa idrica fornita dal Nilo. Tuttavia, in ragione della sua estensione di oltre 6.852 km, questo maestoso fiume non è solo il più lungo del mondo, ma rappresenta anche un’indispensabile via d’acqua trans-frontaliera, visto che attraversa varie nazioni africane. Dunque, non solo per l’Egitto, ma anche per Sudan, Sud Sudan ed Etiopia esso costituisce (...)

Le “numerose” crisi connesse al disastro ambientale del Lago Ciad

27 marzo 2022, Filippo Verre

Le crisi ambientali costituiscono uno dei principali motivi per cui gli esseri umani decidono di emigrare. Guerre, carestie, mancanza di prospettive economiche e di sviluppo non sono le uniche, ancorché validissime, ragioni che spingono milioni di individui a lasciarsi tutto alle spalle per cercare un futuro migliore. In questo peculiare momento storico, le crisi ambientali, soprattutto se legate a difficoltà di approvvigionamento idrico, rappresentano un fattore che deve essere necessariamente tenuto in considerazione per studiare in maniera corretta le dinamiche migratorie. La difficile e, per certi versi, molto preoccupante situazione del Lago Ciad si inserisce perfettamente in tale ottica. Attualmente, questo grande bacino idrico sta attraversando una gravissima crisi che impatta in maniera molto significativa sulla vita, sulla società e sull’economia di circa 30/35 milioni di persone residenti in prossimità del lago. Questo tema, peraltro, ci riguarda molto da vicino, visto che un alto numero di migranti provenienti dall’Africa diretti in Italia proviene dalla Nigeria settentrionale, area direttamente interessata dalla crisi ambientale in corso nel Lago Ciad (...). 

Il Grand Inga Dam Project: fattibilità e controversie

30 gennaio 2022, Filippo Verre

Nel continente africano, ed in particolar modo nell’Africa sub-sahariana, nonostante un’abbondante disposizione di materie prime, si riscontrano ancora molti problemi relativi alla produzione di energia elettrica. Quest’ultima, soprattutto, viene spesso a mancare in molti Stati in via di sviluppo, i quali non riescono ancora a fornire ai propri cittadini un servizio che oggigiorno appare sempre più fondamentale. Questa situazione è destinata inevitabilmente a cambiare nel corso del prossimo futuro, dal momento che molte nazioni africane hanno investito in maniera profusa nella realizzazione di infrastrutture ed impianti in grado di generare corrente per uso sia domestico sia industriale. Uno dei metodi più utilizzati è lo sfruttamento dei fiumi per produrre energia idroelettrica. Numerosi sono i casi che possono essere citati sotto questo profilo. Su tutti, si pensi alla grande diga che il governo etiope sta costruendo dal 2011 sul Nilo Azzurro. La Grand Ethiopian Renaissance Dam (GERD), con un costo stimato di (...)

Idro-diplomazia turca nel Corno d’Africa. Il caso di Gibuti

16 gennaio 2022, Filippo Verre

Nel corso dell’ultimo decennio la Turchia ha accresciuto in maniera significativa la propria presenza in molte zone al di fuori dei propri confini. L’attivismo di Ankara in politica estera è stato, ed è tuttora, a dir poco rilevante; in virtù di ciò, non di rado alcuni esperti ed analisti definiscono neo-ottomana la strategia intrapresa dalla Turchia volta ad incrementare il proprio ruolo geopolitico al di fuori dei confini nazionali. Il Corno d’Africa risulta essere uno dei principali scenari in cui la diplomazia turca opera più attivamente. Si tratta di una delle aree più strategiche non solo per il continente africano ma soprattutto in prospettiva globale. La presenza del Canale di Suez rende il Mar Rosso, e conseguentemente anche i Paesi che vi si affacciano, estremamente rilevanti in chiave geo-strategica. Non è un caso che proprio Gibuti, uno degli Stati africani più piccoli a livello territoriale e demografico, sia considerato di estremo valore dai principali attori globali. Pur avendo una moderata estensione (circa 23.000 chilometri quadrati) e una popolazione a dir poco modesta (secondo gli ultimi dati Gibuti (...)

Colonizzazione idrica: il caso di Cipro

19 dicembre 2021, Filippo Verre

La scarsità d’acqua è senza dubbio uno dei grandi problemi che affliggono Cipro. Come si sa, la situazione politico-amministrativa dell’isola non è particolarmente semplice, dal momento che a partire dal 1974 Cipro risulta essere di fatto divisa in due entità separate. La parte meridionale, a maggioranza greca, con capitale Nicosia e aderente all’Unione Europea è contrapposta a quella settentrionale, a maggioranza turca e non riconosciuta dalla Comunità Internazionale[1]. Tuttavia, nonostante tale complesso quadro istituzionale, è proprio la cronica mancanza di risorse idriche a caratterizzare negativamente la vita dei Ciprioti. Il clima secco, le flebili precipitazioni e la mancanza di adeguati bacini idrografici rendono questo angolo di Mediterraneo orientale un territorio difficile. Per giunta, negli ultimi cinquanta anni la situazione è notevolmente peggiorata, complice la diffusione del turismo di massa su tutta l’isola. La costruzione di mega resort, stabilimenti balneari e strutture ricettive, con il conseguente (...)

La navigazione nel bacino idrografico del Rio delle Amazzoni

5 dicembre 2021, Roberto Natali

Avete mai navigato sul Rio delle Amazzoni? Avete mai provato quella sensazione di immensità, forza, vita, luce, tra verde infinito, suoni della foresta e pappagalli coloratissimi che sfrecciano nel cielo? Il grande fiume sudamericano è la vita per le città e per le popolazioni che abitano lungo il suo corso; è una realtà d’acqua affascinante ma, soprattutto, il Rio delle Amazzoni è strategico per le economie dei Paesi che vi si affacciano. Lungo 6.180 km – secondo per lunghezza solo al Nilo con i suoi 6.671 km – attraversa la vastissima foresta pluviale amazzonica (circa 5,5 milioni di km²) con una portata di 160.000 m3/sec., per sfociare poi nell’Oceano Atlantico. In particolare, la grande importanza del Rio delle Amazzoni deriva dall’ampiezza e dalla ricchezza del suo bacino imbrifero, che copre un’area di circa 6.300.000 km², equivalente al 35,5% del continente sudamericano. Esso include varie regioni (oltre al vasto bassopiano amazzonico, parte delle Pre-Ande, l’altopiano dell’America meridionale, parte del massiccio della Guayana) e coinvolge politicamente il Brasile, la Colombia, l’Ecuador, la Bolivia, il Perù, (...)

Dissalazione: dubbi ecologici e prospettive future

21 novembre 2021, Filippo Verre

La dissalazione, ovvero la rimozione della frazione salina dalle acque contenenti sale, è un processo scientifico che ha destato la curiosità degli esseri umani per moltissimo tempo. Non si sa con esattezza in che periodo i primi studiosi abbiano iniziato concretamente a dedicarvisi; sta di fatto che uno dei primi a studiare la materia in questione fu Leonardo da Vinci, il quale fin dal Rinascimento si rese conto che una certa quantità di acqua distillata poteva essere prodotta a buon mercato utilizzando un alambicco e un fornello. Altre testimonianze documentate riferiscono che durante un assedio in Tunisia nel 1560, settecento soldati spagnoli resistettero per mesi contro un numeroso esercito ottomano grazie ad un’intuizione del capitano. Quest’ultimo fabbricò un alambicco in grado di produrre 40 barili di acqua dolce al giorno dissalando grandi quantità di acqua marina. Durante i secoli successivi l’interesse per la dissalazione prese sempre più corpo ma fu solo a partire dagli anni Sessanta del XX secolo che i dissalatori iniziarono ad essere prodotti a livello industriale. Il primo grande dissalatore venne inaugurato nel

La crisi idrica di Città del Capo (2018): una lezione da non dimenticare

12 novembre 2021, Filippo Verre

Durante la prima metà del 2018 a Città del Capo si verificarono degli enormi problemi di approvvigionamento idrico. La capitale economica, nonché terza città più grande del Sudafrica, tra febbraio e aprile 2018 rischiò di vivere una situazione da incubo: assenza totale di acqua sia per le attività produttive sia per i bisogni primari della popolazione. In quei mesi la situazione era davvero disperata; il “Day Zero”, ovvero la data in cui si prevedeva che sarebbe terminata l’acqua, era stata fissata per il 22 di aprile. Disordini di ogni tipo con scenari drammatici caratterizzarono per diverse settimane la grande metropoli sudafricana. Fortunatamente, dopo un picco di sconforto generalizzato verificatosi durante gli ultimi giorni di marzo, la grave crisi idrica rientrò e il peggio fu scongiurato. Una serie di precipitazioni primaverili che colpirono Città del Capo rese possibile il superamento di uno scenario davvero tragico. Tuttavia, nonostante il lieto fine, ciò che ha caratterizzato la capitale economica del Sudafrica in quei mesi merita di essere studiato con attenzione per comprendere cosa non ha (...) 

Stretti e canali marittimi: una riflessione

7 novembre 2021, Roberto Natali

Come molti ricorderanno, nel dicembre 1989 ebbe luogo l’invasione di Panama da parte degli Stati Uniti, con l’obiettivo dichiarato e riuscito di deporre il generale Manuel Noriega, capo delle Forze Armate che esercitava de facto un potere dittatoriale nel Paese. Si trattò di un’operazione militare, decisa dal Presidente George H. W. Bush, denominata “Giusta Causa” che per lungo tempo bloccò il traffico mercantile nel Canale di Panama, la cui amministrazione venne restituita ai panamensi dopo ben 10 anni, sulla base dell’accordo Carter-Torrijos del dicembre 1999. Al di là degli effetti politici consuetamente legati alle operazioni militari, il blocco del canale di Panama non mancò di produrre gravissimi danni alle economie dei molti Paesi, soprattutto della costa pacifica sud americana che utilizzavano la rotta del Centro America per poter esportare i propri prodotti, attraverso Panama, o importarne dai continenti europeo e africano. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che nonostante l’avanzare delle tecnologie e dei vettori aerei cargo (...) 

La Diga di Mosul

31 ottobre 2021, Filippo Verre

Il controllo delle risorse idriche ha da sempre rappresentato un’imprescindibile necessità per gli esseri umani. Ponti, porti e canali sono infatti tra le infrastrutture più strategiche realizzate nel corso del tempo in varie parti del mondo e in epoche storiche diverse. In seguito ai poderosi sviluppi tecnologici ed ingegneristici verificatesi negli ultimi decenni, oggigiorno è possibile costruire importanti strutture idriche capaci di esercitare un controllo enorme su interi ecosistemi e regioni: stiamo parlando delle dighe o, per essere più precisi, delle “mega-dighe”. Imponenti in altezza e potenza, le mega-dighe sono attualmente causa di numerose dispute a livello internazionale tra Stati sovrani. Molto spesso la costruzione, e soprattutto la gestione, di queste infrastrutture dà vita ai cosiddetti Tranboundary Water Conflicts (TWC), ovvero ai conflitti idrici trans-frontalieri tra Paesi che, loro malgrado, condividono uno o più corsi d’acqua. A tal proposito, basti pensare alle ricorrenti tensioni intercorse tra Turchia e (...)